Argomento: Astronomia nella Filosofia

Argomenti attinenti:

L'Astronomia nella Filosofia


Comte
Comte (1798 - 1857) aderì alla corrente positica alle quale diede il suo contributo elaborando la legge dei tre stadi. Secondo Comte, il processo storico dell'uomo e lo sviluppo dell'individuo, come anche ogni scienza, avvengono attraverso tre stadi : lo stadio teologico, metafisico e positivo. Nel primo l'uomo cerca di scoprire le cause prime di ogni cosa, ma queste spiegazioni vengono fornite attraverso agenti soprannaturali (nella politica questo stadio corrisponde alla monarchia di carattere teocratico). Lo stadio metafisico viene considerato lo stadio di transizione, e in esso l'uomo cerca le cause dei fenomeni in "cause astratte". Il culmine dello stadio di transizione consiste nel concepire una forza unica come causa prima di tutto: la natura. Nella politica questo stadio corrisponde alla sovranità popolare. Il terzo ed ultimo stadio è quello positivo, arrivato a questo punto l'uomo capisce che non può essere raggiunta una conoscenza assoluta e quindi rinuncia di indagare sull'origine e sul destino dell'universo. L'uomo si deve limitare ad osservare i fatti e a cercar di comprendere le leggi che li deterinano, senza però cercarne le cause. Quindi da questa legge si deduce che, secondo Comte, qualunque conoscenza per poter risultare vera deve abbandonare la ricerca delle cause e fondarsi sull'esperienza.
Comte inoltre procedette ad una classificazione di tutte le scienza in base a quando esse si erano liberate dagli stadi teologici e metafisici. Secondo Comte la fiosofia positiva si distingue in 5 scienze fondamentali: Astronomia, Fisica, Chimica, Biologia e Fisica Sociale (o Sociologia). Ad esse va poi aggiunta la Matematica che deve costituire il vero punto di partenza di ogni conoscenza. Infatti è propiodalla Matematica che tutte le altre discipline in qualche maniera dipendono.


Bergson
Bergson (1859 - 1941), filosofo francese che propose una teoria dell'evoluzione fondata sulla dimensione spirituale della vita umana, esercitò una profonda influenza su molte discipline. Bergson fu studente presso l'Ecole Normale Supérieure e l'università di Parigi. Insegnò nei licei dal 1881 al 1898, anno in cui divenne professore all'Ecole Normale Supérieure; due anni dopo fu nominato professore di filosofia al Collège de France. Nel frattempo venne pubblicata la sua tesi di dottorato, Saggio sui dati immediati della coscienza (1889), nella quale Bergson critica l'applicazione alla coscienza di una concezione del tempo deterministica e positivistica. Solo la "durata" intesa come sequenza di momenti qualitativamente connessi tra loro e non quantificabili, è in grado di cogliere l'io nella sua interezza. Nelle opere successive analizzò il rapporto tra mente e corpo (Materia e memoria, 1896); le regole sulle quali si fondano la commedia e il meccanismo del riso (Il riso, 1900), il problema dell'esistenza umana all'interno dell'evoluzione intesa come energia pura, élan vital (slancio vitale), forza vitale libera da implicazioni finalistiche o deterministe analizzò (L'evoluzione creatrice, 1907). Nel 1914 Bergson divenne membro dell'Accademia di Francia e nel 1921 si dimise dall'incarico presso il Collège de France per occuparsi di affari esteri, di politica e di problemi morali e religiosi, convertendosi al cattolicesimo, pur rifiutando il battesimo per non tradire la sua origine ebraica al tempo della persecuzione. Negli ultimi vent'anni della propria vita pubblicò unicamente Le due fonti della morale e della religione (1932; trad. it. 1979), in cui estese le sue concezioni alla morale, alla religione e alla società. Nel 1927 fu insignito del premio Nobel per la letteratura.
Bergson fu un maestro di stile nella prosa e un oratore brillante e vivace. I libri, ma anche gli articoli e le lezioni sulla filosofia, sull'arte e sulla letteratura del XX secolo esercitarono una grande influenza e dettero vita a un movimento autonomo, il bergsonismo, non del tutto assimilabile alla sua opera ed etichettato come intuizionismo filosofico. Se Bergson evidenziò l'importanza dell'intuizione, non intese con questo scadere in tentazioni irrazionalistiche: l'intuizione è un istinto, ma consapevole e non in contrasto con l'attività intellettuale.


Laplace e Kant
Anche Pierre Simon Laplace (foto 1), al pari di Leopardi scrisse una storia dell'Astronomia, ma le due opere sono assai diverse. Infatti l'opera del matematico francese assume dimensioni diverse dall'opera leopardiana, essa viene infatti considerata un compendio. Laplace non voleva scrivere di tutta la storia dell'Astronomia, ma intendeva soltanto delinearne lo sviluppo, aggiungendo commenti e osservazioni. Laplace dedica grande spazio all'Astronomia antica, soprattutto quella babilonese ed egiziana, e soprattutto rimpiange che le testimonianze delle preziosi osservazioni dei popoli antichi siano andate distrutte. Poco spazio viene invece concesso all'Astronomia greca, dalla cui esposizioni teoriche Laplace mostra grande distacco. Il grande matematico francese infatti era convinto che la vera scienza dovesse usufruire dell'esperienza come strumento primario e proprio da questa convinzione nasce la sua grande stima per astronomi come Ipparco e Tolomeo.
Alla fine del compendio Laplace espone la sua ipotesi sulla formazione del Sistema solare. Dopo aver confutato l'ipotesi di G.L. Buffon (secondo la quale i pianeti si sarebbero andati formando in seguito all'urto di una cometa con il Sole), Laplace sostiene che la formazione del Sistema Solare sarebbe avvenuta per gradi: inizialmente vi era una nebulosa incandescente che dopo essersi raffreddata iniziò a contrarsi causando così un aumento della velocità di rotazione. Successivamente, con l'appiattirsi della nebulosa, si sarebbero formati degli anelli, dal distacco dei quali sarebbero nati i pianeti mentre dal corpo centrale residuo si sarebbe formato il Sole.
Tra i contemporanei di Laplace molti si avvicinarono a questa teoria. Tra questi anche I. Kant (foto 2), che riguardo l'argomento pubblicò "Storia naturale universale e teoria del cielo". Secondo Kant l'universo era formato da particelle addensate in un "universo - isola" in rotazione, all'interno della quale il Sole occupava un posizione centrale. Tutto il sistema planetario avrebbe avuto origine da una nebulosa dalle particelle di varie dimensioni e densità. Le particelle iniziarono ad aggregarsi, inizialmente casualmente, successivamente, obbedendo alla legge di gravitazione universale, la maggior massa dei primi corpi che si erano formati attrasse le particelle più piccole fino a quando si arrivò alla definitiva costituzione dei pianeti.
Benché vi siano molte somiglianze tra queste due teorie sull'origine dell'Universo, esse sono ben distinte. Infatti esse differiscono per le condizioni iniziali e per il processo di formazione dei pianeti. Laplace parla di una nebulosa gassosa dove gli anelli (dai quali derivano i pianeti) si staccano in momenti successivi al protosole. Invece per Kant la nebulosa è formata da corpuscoli di varie dimensione che vanno ad accrescere le dimensioni dei pianeti che ruotano intorno al protosole spazzando le regioni attraversate.


Torna su