Gli stucchi dell' Ipogeo di Villa Glori

Nella reggia di Weimar in Germania, e più precisamente all'interno della galleria degli specchi ("Spiegelgalerie"), troviamo resti di stucchi che un tempo decorarono una tomba di origine romana. Secondo gli studi effettuati, l'ipogeo risale al II secolo d.C.; fu scoperto intorno al 1785 da un archeologo danese di nome Zoega presso porta del Popolo nelle vicinanze della fonte dell'Acqua Acetosa, dove più volte di prima mattina Goethe si recò nella calda estate del 1787, per bere la particolare acqua. E' a malapena da accettare l'idea che egli non dovesse esser per nulla a conoscenza del monumento funerario appena scoperto nelle vicinanze della fonte. Nel 1792 il pittore danese Johann Hermann Cabott, accompagnato dal suo connazionale Asmus Jacob Carstens, si recò a Roma e in questo soggiorno disegnò tra l'altro gli stucchi che ornavano la tomba. Le illustrazioni furono pubblicate nel 1795. In seguito la stessa tomba fu dimenticata per più di un secolo, finchè non fu riscoperta intorno al 1960. Si trova nella nota Villa Glori ed è difficilmente accessibile. Il ritrovamento avvenne in concomitanza dei lavori per le Olimpiadi del 1960(nei pressi del parco sorge il Villaggio Olimpico). I muri e il soffitto rispecchiano fedelmente le illustrazioni di Cabotts, di cui si servì lo stuccatore Wolff per decorare la galleria degli Specchi. Nei quattro riquadri ottagonali, in cui spiccano tra gli altri grifoni e tralicci con fiori, a sottolineare il carattere naturale conferito alla galleria, sono riprodotti giovani satiri che simboleggiano le stagioni (da notare l'inverno raffigurato da pigne). Il soffitto stuccato riprende il carattere dionisiaco di tuttto l'ambiente circostante. Il modello di decorazione del pavimento si rispecchia nell'intarsiato parquet di mogano, noce, legno di limone e di acero.

Alessandro Bardanzellu IIB

Filmato del plastico dell'ipogeo

Indice delle Tavole degli stucchi
Indice delle immagini delle Tavole
altre immagini dell'Ipogeo