Argomento: Le Origni

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Storia dell'Astronomia: Le Origini


Paleolitico
Fin dal periodo Paleolitico l'uomo ha osservavato il cielo che lo sovrastava alla ricerca di risposte ai quesiti della vita e con il desiderio di capire le cause e le conseguenze dei moti celesti. Sono stati vari i motivi, quasi tutti di natura pratica, che hanno spinto nell'antichità l'uomo all'osservazione dei cieli:
  1. La misurazione del tempo (tramite riferimenti ben precisi; il moto solare per il giorno, e la posizione di stelle e Luna di notte).
  2. Esigenze d'orientamento (sia terrestri che nautiche, in base alla posizione periodica e regolare degli astri).
  3. Esigenze connesse all'agricoltura (periodi migliori per le varie fasi dell'attività agreste).

Ma l'uomo si dedicò allo studio del cielo anche perché vedeva in esso il soprannaturale, il divino, qualcosa che non riusciva a spiegare tramite la ragione e che quindi in qualche maniera lo trascendeva. Già 30.000 anni fa, nel Paleolitico Superiore, l'uomo era in grado di prevedere le fasi lunari, come (secondo il paleoantropologo americano Alexander Marshack) starebbero a dimostrare le serie di tacche incise su ossa rinvenute nell'Africa centrale (foto 1) e in Dordogna (nella Francia Sud-Occidentale). Queste tacche erano disposte con delle svolte regolari che avvenivano ogni 14 o 15 tacche, l'intervallo tra una svolta e la successiva corrisponde quindi all'intervallo che intercorre tra un plenilunio e un novilunio e viceversa. Simili reperti sono stati anche rinvenuti a Gontzi (Ucraina), Canchal de Mahoma e Abris de la Vinas (Spagna). Secondo l'antropologo russo Alexander Gursthein, già 16.000 anni fa, l'uomo del Paleolitico Superiore aveva formato dalle principali stelle un gruppo di circa 25 costellazioni a loro volta suddivise in tre grandi insiemi:

  1. Mondo superiore, dominato dalle creature dell'aria (il Cigno, l'Aquila, Pegaso...).
  2. Mondo intermedio, dominato dalle creature terrestri (la Vergine, il Serpente, Orione...).
  3. Mondo inferiore, dominato dalle creature acquatiche (i Pesci, la Balena, la nave Argo...).
Sempre secondo Gursthein, l'invenzione delle prime costellazioni era strettamente legata alla misurazione del tempo ed in particolare modo all'inizio delle stagioni. Infatti quando, intorno al sesto millennio a.C., venne inventato il primo quartetto di costellazioni (detto dei Gemelli dal nome della prima), il Sole all'equinozio di primavera si trovava nella costellazione dei Gemelli.




I Manufatti Megalitici
Numerosissimi sono i manufatti che sono stati rinvenuti in giro per il mondo le cui disposizioni sono in qualche modo collegate agli astri celesti.

Il più celebre è sicuramente il Cromlech di Stonehenge (foto 1). Questo manufatto, situato a 13 km da Salisbury, nell'Inghilterra meridionale, è oggetto di molte leggende e teorie. Alcuni ne hanno attribuito la costruzione ai Romani, ai Greci altri ai Vichinghi o addirittura agli extra terrestri. Gli scavi archeologici e gli studi scientifici iniziati nel 1919 hanno identificato 3 fasi principali (foto a, b, c) nella sua costruzione (compresa tra il 3000 e il 1500 a.C.) e che secondo le ultime teorie sarebbe terminata nell'età del Bronzo.

Le tre fasi della costruzione di Stonhenge


Sono molte le credenze che avvolgono il monumento di Stonehenge.
In particolare si riteneva un tempo che potesse essere una specie di osservatorio astronomico o di "orologio" utilizzato per stabilire il succedersi delle stagioni o per prevedere gli eventi astronomici. Moltissime infatti sono le coincidenze tra la disposizione particolare delle pietre e il corso del Sole. Tali corrispondenze tra l'altro sono anche presenti in molti dei megaliti della stessa epoca rinvenuti in Europa (nelle vicine Scozia ed Irlanda). In particolare in Irlanda vi sarebbe a Newgrange una particolare tomba (ancor più antica di Stonehenge visto che risale al 3150 a.C., foto 2) dove il giorno del solstizio invernale il Sole al suo sorgere penetra all'interno della tomba andando a colpire il pavimento (Foto 3, 4).

Il giorno del Solstizio invernale a Newgrange (Irlanda)


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