Di questa straordinaria e meravigliosa apparizione di divinità ci sono in Roma molte testimonianze, sia il tempio dei Dioscuri, che la città eresse nel foro là dove furono viste le loro immagini,sia la fonte vicina ad esso, che ha il nome di questi dei, ritenuta sacra fino ai nostri tempi, sia i sontuosi sacrifici, che il popolo ogni anno celebrava per mezzo dei propri massimi sacerdoti nel mese chiamato Quintilio, nelle cosiddette Idi (15 luglio), nel giorno in cui vinsero quella battaglia; oltre a tutte queste cose (c'era) la processione solenne dopo il sacrificio compiuta da quelli che avevano un cavallo pubblico, i quali schierati per tribù e centurie , avanzando in fila sui cavalli, come venendo dalla battaglia incoronati con ramoscelli di ulivo, e indossando toghe purpuree con strisce scarlatte, chiamate "Trabeae", partendo da un tempio di Azio eretto fuori dalla città, percorrendo il resto della città e giungendo al tempio dei Dioscuri attraverso il Foro, uomini in numero di 5.000 talvolta, che portavano i riconoscimenti che avevano ottenuto dai comandanti nella battaglia, spettacolo bello e degno della grandezza dell'Impero.Queste sono le cose che io ho appreso a proposito dell'apparizione avvenuta dei Dioscuri dette e fatte dai Romani; dalle quali uno potrebbe giudicare quanto religiosi fossero gli uomini in quel tempo, con molte altre grandi testimonianze. Postumio per quella notte si accampò nella pianura, ma il giorno successivo dopo aver incoronato i valorosi nella battaglia e avar incaricato le guardie di prendersi cura dei prigionieri egli sacrificò agli dei le offerte per la vittoria. A lui che ancora portava la corona e stava ponendo sugli altari le prime vittime bruciate, alcuni esploratori correndo giù dalle rupi circostanti riferiscono che un esercito nemico marciava contro di loro. Era una schiera alleata di giovani del popolo dei Volsci inviata in soccorso ai latini, prima che la loro battaglia fosse terminata.
Marco Soldati II B