Egli morì, lanciandosi da ogni parte come un animale selvaggio,
non senza aver ucciso molti di quelli che gli si scagliavano contro simultaneamente.
Essendo morti i comandanti, subito cominciò la fuga di tutti i latini
e la conquista del loro campo, lasciato incustodito dalle guardie, ove i
Romani carpirono abbondanti e preziose prede di guerra.
Fu quindi questa la più grande sciagura per i latini, a causa della
quale furono rovinati per molto tempo e la perdita di vite umane fu grande
come mai prima; Infatti di 40.000 fanti e 3.000 cavalieri, come ho detto,
i sopravvissuti tornarono in salute in meno di 1.000.
XIII Si racconta che in questa battaglia apparvero a Postumio il dittatore
e a quelli che stavano ordinatamente intorno a lui, due uomini a cavallo,
in bellezza e altezza superiori di molto a quelli che la natura produce
fra di noi, che stavano per avere la prima barba, ponendosi alla testa della
cavalleria romana, contrastando insieme quelli dei latini che avanzavano
a tutta forza con le lancie.
Dopo la sconfitta dei latini e la conquista del loro campo, quando la loro
battaglia giunse al termine nel tardo pomeriggio, si dice che nello stesso
momento nel foro romano siano apparsi due giovani rivestiti di abiti da
guerra, altissimi, bellissimi e aventi la stessa età, essi avevano
l'atteggiamento di stare in guardia come se arrivassero dalla battaglia
(avendo) un contegno marziale e conducendo i cavalli bagnati per il sudore.
Avendo ambedue ebbeverato il cavallo ed essendosi lavati alla sorgente che
scaturisce presso il tempio di Vesta formando uno stagno piccolo ma profondo,
stando molte persone intorno ad essi e domandando se portassero qualcosa
di nuovo dal campo di battaglia, essi spiegarono come si era svolta la battaglia
e che (i Romani) avevano vinto. Dicono che dopo che si furono allontanati
dal foro non furono più visti da nessuno pur essendo stata fatta
una grande ricerca da colui che era stato lasciato al governo della città.
Quando il giorno successivo quelli che erano a capo dello stato ricevettero
la lettera del dittatore sia riguardo tutte quelle cose che erano avvenute
in battaglia, sia riguardo ciò che appresero intorno all'apparizione
delle divinità, riconoscendo che ambedue le figure erano creature
divine, come sembrava, si persuasero che erano le sembianze dei Dioscuri.
Giorgio Rispoli I B